LA DATA QUI SOTTO È OVVIAMENTE SBAGLIATA. NON È IL 13 MA IL 20.
UNA vera e propria tempesta di vento si è abbattuta ieri sulla Capitale. In tutta la città, stamattina, se ne possono riscontrare i segni. Rami e alberelli abbattuti o piegati, tende strappate, terriccio sparso e il riporto del geometra molto di più che in fuorigioco. È venerdì e oggi a Genova comincia il G8. Si salvi chi può.
Tra i settantamila che ieri hanno riempito lo Stadio Olimpico per il concertone di Vasco Rossi ci stavo anch'io, grazie a Sandra con cui ho anche condiviso una fantastica panazza (panino) notturna. L'esperienza, assolutamente rinfrescante, di ieri (concerto non panazza) mi ha fatto tornare alla memoria un precedente concerto di Vasco, al Palaeur. Sarà stato il '90, ma forse addirittura l'89. Il tour era quello di Liberi liberi e grazie alle intercessioni del mio caro amico Andrea, siamo stati arruolati nel servizio d'ordine.
Chi non ha mai fatto alcun tipo di servizio d'ordine (escluse le mostre collettive di scuole materne, elementari e medie inferiori) - non è stato in galera, non ha ancora fatto il militare, o non fa parte di gruppi eversivi tipo Ninja Turtle - non dovrebbe iniziare proprio a un concerto di Vasco, tutto esaurito da settimane. Per un fatto di inadeguatezza all'incarico: non saresti mai pronto a menare qualcuno che vuole vedere un concerto al quale tu stesso entreresti volentieri gratis.
La scena migliore è stata quella di un ragazzo che aveva fatto il botto con la moto, nel primissimo pomeriggio -il concerto era in programma per le canoniche 21. Soccorso dai solerti ragazzi del servizio d'ordine, sezione retropalaeur (luogo di cui più avanti darò maggiori coordinate), il ragazzo sbalzato dalla sua hondina nsf, si era rotto entrambe le gambe e adagiato contro uno dei pini che rendono meno drammatico il panorama intorno alla struttura sportiva dell'eur, offriva il raccapricciante spettacolo dei suoi piedi rivoltati in maniera innaturale come quelli di un pupo siciliano iettato al suolo senza più fili, o come anche quelli (narra la leggenda) di didier pironi dopo il botto fatto durante le prove libere del gp di hockenheim, nel lontano mondiale di f1 dell'82, che fecero rimettere la colazione di Nelson Piquet sul pratino intorno al cartoccio di lamiere a cui era ridotta la ferrari dello sfortunato collega.
Insomma il giovane dai piedi rivoltati non era molto lucido. Un po' piangeva per il dolore e tutto il resto, un po' rideva alle battute dei salaci boys del servizio d'ordine (fratino giallo - esterno - sezione retro), un po' farneticava e basta.
"A secco 'ndo ce volevi anna' coll'ennesse su a luna" (ride). "Voglio anna' ar concerto" (piange). "C'ho appuntamento co' la donna mia" (si riprende) e i salaci Boys: "Dove? c'annamo noi alla punta con la donna tua" (ride) "ce la portamo noi al concerto" (ride) "pensamo a tutto noi" (piange) "è bbona?" (ride/piange). Una nota di fatalismo: "Volevo vede' 'r concerto" (singhiozza). qualcuno ammonisce: "ma che sta a pensa r concerto? ringrazzia che sei ancora vivo".
Un'ambulanza pose fine a questo idilliaco quadretto e il ragazzo fu caricato su una barella. man mano che la sirena si faceva più debole il frinire delle cicale riprendeva il sopravvento. il sole filtrava tra i rami dei pini. era ancora presto. avrebbe fatto ancora più caldo. i cancelli sarebbero stati aperti solo dopo sei o sette ore. la giornata era ancora lunghissima.
Il seguito la prossima volta che assisterò a un concerto del (morivo dalla voglia di scriverlo) rocker di zocca
Buongiorno a tutti. Ecco il primo vagito del mio blog che dopo un'incubazione di un paio di giorni entra ufficialmente invita
D'obbligo un link immediato alla homepage del
Supergiornale
Prometto aggiornamenti continui
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